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Come aumentare la retention con il corretto Onboarding

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Approfondimento estratto dal Project Work “Nuove modalità di selezione in ottica 4.0. Strumenti tecnologie e casi aziendali” realizzato a fine del Master in Digital HR 4.0 Selefor CReFIS (2020) da Genny Iavarone, Annalisa Orfeo, Elisa Bocchetti, Francesco Maria Zurlo.

Onboarding e Induction

Una volta terminata la ricerca della persona più adatta a ricoprire la posizione vacante, ecco che inizia la fase di inserimento dell’individuo nel suo ruolo lavorativo. In particolare, i programmi di onboarding e induction hanno l’obiettivo di facilitare l’inserimento del nuovo dipendente in azienda fornendogli tutti gli strumenti necessari per essere completamente produttivo e autonomamente integrato con la struttura aziendale. 

Molte aziende utilizzano lo strumento dell’onboarding; Coca Cola è una di queste: nel primo mese in azienda i neo assunti partecipano a un programma di inserimento prima di venire assegnati ad una determinata area operativa. 

Non è bene lasciare i dipendenti abbandonati a loro stessi: non sarebbero produttivi, né partecipi agli obiettivi aziendali. Ecco perché il tema della retention è fondamentale. Uno studio della Oxford Economics ha stabilito che 1 neoassunto su 25 abbandona il lavoro dopo una settimana. Con i programmi di onboarding l’individuo si sentirà parte integrante e l’azienda ne uscirà più performante. Un giusto percorso di induction è elemento essenziale per il successo poiché è in grado di trasmettere la cultura di impresa oltre che tutte le informazioni pratiche e burocratiche. 

Costruire un progetto di onboarding di successo non è facile ma grazie all’ausilio delle tecnologie 4.0 è diventato più semplice che in passato per via della possibilità di coniugare le vecchie metodologie (come ad esempio meeting con il team, formazione con materiale stampato, ecc.) a nuove modalità come quelle dell’e-learning e video aziendali. È molto importante essere consapevoli del fatto che tutti (HR, Management, Colleghi) sono responsabili dei risultati delle attività di benvenuto ai nuovi arrivati in azienda. Nel libro ‘’It’s the Manager’’ di Jim Clifton e Jim Harter sono rinchiusi cinque interrogativi ai quali ogni nuovo assunto dovrebbe trovare una risposta nel processo di imbarco:

  • In cosa crediamo? Capire cioè quali sono i valori, i principi e le convinzioni della ormai nostra azienda.
  • Quali sono i miei punti forza? Per diventare produttivi ed essere considerati parte integrante dell’azienda è necessario capire quali sono i punti forti e deboli, non solo nostri, ma di tutto il team.
  • Qual è il mio ruolo? Cercare di comprendere ruoli e mansioni per la quale siamo stati assunti ma soprattutto cercare di intuire, possibilmente dopo qualche giorno, se è quello il ruolo per il quale siamo tagliati.
  • Chi sono i miei colleghi? Tutti i dipendenti devono avere un elenco di persone con la quale dovranno interagire più frequentemente per svolgere il lavoro, sia di quelli facenti parte del proprio team, che quelli appartenenti ad altri dipartimenti.
  • Come vedo il futuro in quest’azienda? E’ bene essere lungimiranti e capire se il percorso che si sta affrontando può apportare miglioramenti alla propria carriera.

È responsabilità dell’HR progettare un processo di onboarding che permetta alle risorse in ingresso in azienda di rispondere a questi cinque interrogativi in modo esaustivo e convincente.